E’ uno dei maggiori esperti di mercato in Italia, sicuramente nell’etere televisivo. Per Daniele Miceli, giornalista d’origine irpina ma da tempo a Milano, è stata un’estate di grande lavoro sugli schermi dei canali Mediaset per seguire tutte le vicende del calciomercato di luglio e agosto.

Si era iniziato con il ritorno di Lukaku e si è finito con l’arrivo in bianconero di Paredes; si poteva finire con un altro botto in casa Napoli che però non c’è stato.

Leviamoci subito il dente: Cristiano Ronaldo al Napoli era una boutade o davvero è stato un affare realmente realizzabile?

“No, nessuna boutade giornalistica. C’è stata una proposta di Jorge Mendes per far giocare la Champions a Cristiano Ronaldo; ha bussato alle porte di tanti top club; ci ha provato alla fine anche con il Napoli dopo aver sondato pure Dortmund e Marsiglia. De Laurentiis ha chiesto condizioni molto importanti per l’uscita di Osimhen e per l’ingaggio del portoghese. Di fatto, dunque, una vera e propria offerta dal Manchester United non c’è stata”.

Il mercato del Napoli: è stato organizzato in varie fasi in ragione dell’evolversi della situazione, anche ambientale, o è stato il frutto di un progetto messo a punto in primavera?

“Per quanto riguarda i saluti a Insigne e Mertens era già stato tutto già deciso da tempo per abbassare gli ingaggi, soprattutto per il primo. O accettavano la proposta al ribasso fatta dal club o nulla. E non si potevano non vendere, peraltro molto bene, Koulibaly e Fabian Ruiz che sarebbero andati di lì a poco in scadenza di contratto. Soprattutto la cessione di Fabian è stato un ottimo affare per il Napoli. E’ anche questo che rende il mercato degli azzurri il migliore degli ultimi anni: Giuntoli ha fatto operazioni intelligenti che hanno consentito di prendere giocatori giovani ma già pronti; è chiaro che Kim non è Koulibaly, ma ha già esperienza internazionale, mentre Oliveira chiude un buco che Mario Rui ha dovuto coprire dannandosi l’anima per 5 anni”.

E’ davvero la Juventus la squadra che ha lavorato meglio sul mercato, partendo anche da un quarto posto da migliorare?

“Sì. Ed era previsto. De Ligt non aveva mai sfondato pur migliorando molto nell’ultimo anno. Con meno soldi hanno preso Bremec che era stato uno dei migliori dello scorso torneo. Di Maria e Pogba si commentano da soli, mentre Paredes è il giocatore che mancava al centrocampo di Allegri. Milik come seconda scelta di Vhlaovic può dare una mano così come Kostic rappresenta un grande aiuto per il gioco sulle corsie esterne”.

Qual è stato il colpo migliore del mercato nel rapporto qualità/prezzo?

“Kvaratskhelia, giocatore strepitoso. E’ il frutto di una grande operazione di scouting che ha permesso di soffiarlo a Inter e Juventus”.

Giochiamo anche noi alla griglia: chi vedi favorito per le prime posizioni?

“La Juve per quanto ha speso e per quelli che già aveva, ma a pari merito con il Milan che potrà contare su un fattore che farà la differenza: ha pochissimi giocatori impegnati nel Mondiale in Qatar. Subito alle spalle, ma proprio incollate, ci metto l’Inter, che ha resistito alle sirene per Skriniar, la Roma e il Napoli. Queste cinque sono tutte vicinissime. Il livello resta più basso rispetto ai top campionati europei, ma il livello delle squadre di prima fascia è cresciuto. Sono cresciute tutte, ciascuna per un motivo diverso”.

E in coda davvero questa Salernitana può puntare ad una salvezza “comoda” dopo il miracolo dello scorso anno?

“E’ la presidenza forte che fa la differenza. Ha imparato dal passato, ha fatto la scelta di lasciarsi coraggiosamente con Sabatini. Può contare su un pubblico che, come in tutti gli stadi del Sud, fa la differenza. E poi c’è Davide Nicola: lui è una garanzia, uno che raramente crolla dopo essere partito bene. Quindi se la Salernitana conferma quanto di buono fatto nelle primissime giornate, difficilmente potrà accadere qualcosa di simile a quanto capitato a Benevento e Venezia nei due campionati passati”.