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Conte al Napoli: alla fine ha avuto ragione SpaVnelli

L’arrivo di Antonio Conte al Napoli ha sorpreso tutti, non proprio negli ultimi 10 giorni quando si era capito che la trattativa aveva imboccato la strada giusta, ma certamente tutti quelli che fino a metà maggio non avrebbero mai creduto ad una soluzione simile. Che va valutata nel tempo soprattutto nell’impatto con una realtà non abituata a queste scelte e soprattutto dal punto di vista dei risultati.

Per ora va in scena la “fiera dei rosiconi”, soprattutto giornalisti e opinionisti seguaci delle squadre del Nord o ferventi supporters di altre squadre dell’entroterra campano che hanno fatto fortuna tra Lombardia e Piemonte tra etere, corsi per aspiranti comunicatori e buoni matrimoni…
Qualcuno dava Conte al Milan, altri lo ritenevano il miglior allenatore da cui ripartire fino a quando non ha preso corpo la pista Napoli. E allora è iniziato il festival dello sminuimento: “ha scelto Napoli come ripiego”, “vince solo se ha grandi giocatori”, “fa spendere tanto alle società”, “non è certo che si sia aggiornato”, “il suo Tottenham non giocava bene“…

Poi c’è un altro volto noto dell’etere partenopeo che invece si è sempre distinto: è Massimo Sparnelli, detto “Spavnelli” per quella “erre moscia arrotondata” più francese che parmense. Sono passati esattamente due mesi da quello che sembrava una sparata televisiva nel corso del programma di Gennaro Montuori. “Conte si è convinto e firmerà per il Napoli, ve la dò come notizia certa“. (il video da Facebook) I commenti spassosi si erano susseguiti, la battuta di Palummella sulle “parecchie notizie certe” sembrò la degna conclusione di una boutade di primavera. E invece alla fine ha avuto ragione Spavnelli che, a differenza di tanti giornalisti 2.scemo, ha sempre e solo puntato sul nome di Conte.

Massimo Sparnelli, 59 anni appena compiuti, è un volto noto dell’etere campano fin dagli anni ’90 quando sempre nel programma di Palummella, allora in onda su Canale 21 con il nome storico di “Un’ora in Curva B“, inaugurò la rubrica “Polemica stampa”. Si distinse subito per quella “erre moscia” caratterizzante e anche per alcuni spunti molto fondati sui vizi e pecche dell’editoria.
Nel corso dell’ultima stagione è andato in onda sull’emittente radiofonica Crc con il programma Azzurro Time. Negli anni 2000 è stato anche componente dell’ufficio stampa del Napoli guidato ancora da Pierpaolo Marino; si è sempre distinto per correttezza e soprattutto per la capacità di mediare anche in situazioni delicati. Per questo colpì molto che la “sparata televisiva” di inizio aprile venisse da uno come lui; due mesi dopo si sarebbe scoperto che non si trattava di una sparata…

 

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