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Nessuno stadio sorgerà a Bagnoli: gli svizzeri capirono tutto oltre 20 anni fa

Ha già perso valore l’ipotesi di realizzare il nuovo stadio del Napoli nel quartiere di Bagnoli. L’annuncio in stile hollywoodiano del presidente Aurelio De Laurentiis all’inizio di marzo aveva scatenato polemiche e fantasiose ricostruzioni anche di carattere grafico soprattutto sui social frequentati da giovani e giovanissimi.Chi invece appartiene alla “generazione Y” ed è informato sulla situazione dell’ex area industriale della zona Ovest di Napoli sapeva dall’inizio che nessuno stadio sarebbe stato costruito e che forse avrebbe potuto sorgervi il nuovo centro sportivo del club azzurro che entro pochi mesi dovrebbe lasciare Castel Volturno.

A Bagnoli è tutto quasi fermo da oltre 30 anni e nessun privato, incluso De Laurentiis, rischierebbe di investire un euro per poi restare impelagato nella complessa burocrazia incrociata visto che la presenza di sostanze inquinanti implica pareri e divieti di diversi enti.
Gli unici spiragli dell’ultimo decennio riguardano Coroglio dove è finalmente partita la bonifica nella zona del Parco dello Sport e dove la Federtennis vorrebbe realizzare un centro sportivo di rilievo internazionale, cosa che peraltro confligge con la creazione del centro sportivo del Napoli; non c’è neanche un accordo sulla costruzione del nuovo Palazzetto dello Sport che dovrebbe sostituire il Palabarbuto e compensare la vergogna dell’abbandonato Mario Argento: il sindaco Gaetano Manfredi lo vorrebbe nella zona del Centro Direzionale.

Oltre Città della Scienza, struttura andata a fuoco nel marzo del 2013 in circostanze mai veramente chiarite, resta l’enorme problema della colmata a mare, realizzata negli anni ’60 per scopi industriali: da decenni si parla di smontarla ma l’operazione è complicata, rischiosa e costosissima.

Valencia. Museo della Scienza

La data chiave in senso negativo fu il 27 novembre del 2003: “Alinghi“, il sindacato svizzero che aveva conquistato la Coppa America di vela, decise di far svolgere le finali successive a Valencia nonostante la candidatura di Napoli. Il sindaco Rosa Russo Iervolino riunì tutti a Palazzo San Giacomo per celebrare l’evento, ma una voce in francese annunciò “Valence“; il primo cittadino si lasciò andare ad un “nooo” di sincera delusione, mentre il coro dei disoccupati  in piazza Municipio squarciò il silenzio riportando tutti alla triste realtà: gli svizzeri non credevano ai progetti di rilancio dell’area nei successivi 3 anni ed avevano pianamente ragione.
Alla Iervolino si imputò anche la scelta, dettata da eccessivo orgoglio, di aver rifiutato una competizione minore che poi si sarebbe tenuta a Trapani.
Proprio un evento velico nel 2012 sancì il definitivo rilancio di Napoli come capitale del turismo: in quella circostanza il sindaco Luigi De Magistris chiuse via Caracciolo varando il concetto di “Lungomare Libberato” (rigorosamente con due “b”). I cittadini vi si riversarono in migliaia, ma in modo composto e sereno a dispetto dei luoghi comuni e delle preoccupazioni. “Il popolo ha deciso che deve restare così“, commentò il primo cittadino all’alba di uno sviluppo del turismo che non ha precedenti.

Da decenni a Bagnoli si parla di un porticciolo turistico, ma c’è lo scontro tra diversi estremismi: nel 2006 si scoprì che dietro i progetti di rilancio c’erano grossi interessi di noti imprenditori edili romani che volevano cementificare la zona facendola diventare un luogo per pochi, mentre l’ala più radicale della vecchia sinistra locale vorrebbe limitarsi alla realizzazione di un porticciolo per pescatori senza neanche l’ipotesi di un porto turistico per imbarcazioni di medio livello.
E poi c’è il problema dei trasporti: da anni si parla di realizzare la linea 8 tra Pozzuoli e Fuorigrotta, ma i tempi napoletani sono sempre biblici come dimostrano i gravissimi ritardi nel completamento della Linea 1 e della Linea 6 i cui progetti risalgono alla fine degli anni 80′ e che per ora vedono il contestato sindaco Manfredi presenziare soprattutto a inutili inaugurazioni di cantieri e stazioni vuote.

(tutti i testi e tutte le foto sono di proprietà di APS Milano Azzurra: violazioni del diritto d’autore saranno perseguite a norma di legge)

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