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Aurelio parla di meno e sempre meglio: la mina vagante del Napoli non c’è più

E’ la svolta che tutti attendevamo. La svolta che probabilmente darà la spinta decisiva. E’ la svolta verbale di Aurelio De Laurentiis. Da “Aurelio, parla di meno” ad “Aurelio, parla meglio” il passo è stato breve.

Mentre il Napoli, rinforzato da una rivoluzione economica e tecnica sorprendente, conquistava la vetta della classifica fino al distacco oceanico di 8 punti sulla seconda, il presidente se n’è rimasto zitto in un angolo. Senza fare danni, senza produrre i consueti disastri delle scorse stagioni quando era riuscito a litigare con la Lega (e ci sta…), ma anche con Reja, con altri allenatori, con i calciatori ecc. Celebre l’episodio del Santiago Bernabeu quando, al termine della partita persa a testa alta col Real Madrid, De Laurentiis iniziò il suo sproloquio contro Sarri sulla gestione della rosa. I fatti, come in altre occasioni, gli diedero torto visto che i giocatori indicati come scarsamente impiegati sono andati a fare panchina altrove e a volte pure in serie B negli anni successivi.

Il penultimo episodio è datato maggio scorso quando andò in scena il vergognoso affondo contro i “tifosi vessati dalle mogli“. Lì il popolo napoletano gli rispose invadendo Torino per una partita che non valeva quasi nulla, sostenendo la squadra nonostante la delusione del mancato rush finale per lo Scudetto ed ignorando la fiera della cafardaggine che troppe volte era andata in scena. Ma è lì che prese forza la protesta “A16” che nel suo significato più puro vuol dire “ti ringraziamo per i risultati che in questi anni sono stati brillanti, ma se vuoi stare qui per insultare noi tifosi puoi anche andartene a fare il presidente del Bari”. A quelle gravi offese non sono mai seguite vere e proprie scuse, però i tifosi per gran parte l’hanno perdonato grazie ai risultati ancora più esaltanti di questa prima parte di stagione che ora vanno confermati da gennaio in avanti; e hanno perdonato pure i cialtroni che si sono permessi di ridicolizzare tale legittima protesta, equivocandola volutamente o per ignoranza e scarso comprendonio. E in fondo hanno guardato con divertimento all’ultima infelice polemica con la Confederazione Africana sulla questione della Coppa d’Africa in inverno, forse perché vedere la replica al patron sul sito della “Cafonline” fece prevalere le risate all’amarezza per l’ennesima brutta figura. Sarebbe stata l’ultima.

Quel che è certo è che De Laurentiis sembra essersi messo in riga anche sul piano della comunicazione. Dopo anni di sproloqui a base di nulla, dalla Cina alla “scugnizzeria”, la “napoletanità”, i teatrini, il cinema ecc… quell'”Aurelio, parla di meno”, intonato dalla Curva A, sembra finalmente essersi concretizzato. E addirittura Aurelio sta parlando meglio, come dimostra l’intervista di qualche giorno fa sui fatti che riguardano la Juventus e sulla visita di Marek Hamsik alla squadra radunata in Turchia per la ripresa della preparazione. Per la prima volta in 18 anni De Laurentiis non sembra aver sbagliato nulla, né sul campo né fuori. E forse per la prima volta, parlando poco e bene, non sarà d’ostacolo al primo grande trofeo della sua lunga gestione.

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