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Tutti tirano i piedi al Napoli, ma fu Boskov a dire che vinceremo

Sono due i campionati anomali nell’era moderna. Mai nessuno come questo. Non si era mai verificato uno stop così lungo in mezzo al torneo di serie A e quindi si tratta di un universo inesplorato.

Era però successo due volte che l’avvio dei campionati fosse pesantemente ritardato per via delle Olimpiadi nel lontano Oriente. Era però un campionato a 18 squadre, quindi con 4 giornate in meno. Eppure il nuovo format venne inaugurato proprio nel 1988 in coincidenza con le Olimpiadi di Seul. Furono giochi settembrini che si conclusero solo il 2 ottobre. L’Italia Olimpica del calcio, dove giocavano anche Crippa, Ferrara e Carnevale, arrivò fino alla semifinale nonostante una clamorosa sconfitta per 4-0 con il sorprendente Zambia, ma fu eliminata ai supplementari dall’Unione Sovietica poi vincitrice della Medaglia d’Oro. Fu il bis della semifinale agli Europei di Germania appena 3 mesi prima.

Il campionato di serie A partì addirittura il 9 ottobre, ma si trattò di un semplice spostamento di un mese: invece di concludersi a fine maggio terminò il 25 giugno. Furono garantite le pause, non ci furono turni infrasettimanali e si giocò – come all’epoca accadeva regolarmente – anche il 31 dicembre.
Fu il campionato dell’Inter dei record con 58 punti conquistati sui 68 disponibili: la squadra di Trapattoni vinse 26 partite su 34 e staccò il Napoli di ben 11 punti e i Campioni d’Italia del Milan di 12. L’Inter non vinceva lo Scudetto da quasi 10 anni.
Gli azzurri tennero in vita il campionato fino all’inizio del girone di ritorno, poi presero il sopravvento gli impegni di Coppa Uefa con il cammino verso la storica e vittoriosa doppia finale con lo Stoccarda. Il Milan vinse la prima Coppa Campioni dell’era Berlusconi grazie anche alla nebbia di Belgrado che diede ai rossoneri la spintarella verso la trionfale finale di Barcellona. Fu anche l’anno della clamorosa retrocessione del Torino dopo 30 anni e a soli 13 anni dall’ultimo Scudetto granata.

L’altro campionato anomalo fu quello del 2000/2001. Iniziò tardi sempre per via delle Olimpiadi; erano quelle di Sidney che incoronarono il grande campione napoletano di nuoto Massimiliano Rosolino. Napoli, che a giugno aveva festeggiato il ritorno in serie A dopo due anni di cadetteria, incoronò Zdenek Zeman come nuovo profeta. La prima partita si giocò sabato 30 settembre al San Paolo contro la Juventus e almeno nel primo tempo si pensò ad un campionato di gioie: ma i bianconeri rimontarono nella ripresa e vinsero 2-1. Sarebbe stato l’inizio di un incubo con il discusso esonero del boemo, l’arrivo di Mondonico e la retrocessione che il tecnico di Rivolta d’Adda, poco prima della sua scomparsa, confessò da imputarsi ai “14 giocatori in scadenza di contratto o in prestito che avevamo”.
Fu a suo modo un campionato anomalo anche quello: vinse la Roma dopo quasi un ventennio di travaglio facendo seguito allo Scudetto della Lazio solo l’anno prima. Inter e Milan arrivarono quinta e sesta, un piazzamento deludente che sarebbe stato replicato solo a metà dello scorso decennio quando entrambe non riuscirono ad entrare in Champions League. Lazio e Milan vi uscirono nella seconda fase a gironi e il Leeds arrivò ad un passo dalla finale di San Siro che vide poi il Bayern Monaco prevalere ai rigori sul Valencia.

Vujadin Boskov diceva che “dopo Mondiali tutti campionati sono irregulari“. E infatti nel 1983 vinse la Roma, nel 1987 il Napoli e nel 1991 la Sampdoria; nel 1999 quasi la Lazio che poi ce la fece l’anno dopo. Non proprio squadre abituate a vincere. Cosa accadrà in una stagione in cui il Mondiale, al quale non partecipa l’Italia ma partecipano tanti giocatori del campionato italiano, viene piazzato proprio nel mezzo del campionato? Il mese di gennaio, quello di un calendario fitto di impegni di grande rilievo, inizierà a dare una risposta: al Napoli tutti tirano i piedi, ma il compianto maestro serbo già anni fa ci aveva dato inconsapevolmente la spinta…

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Il trionfo di Stoccarda diventa un fumetto.

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